È necessario il consenso anche se il paziente è un medico

DIRITTO SANITARIO



Il fatto
Un medico radiologo ha citato in giudizio la struttura ospedaliera presso la quale lavorava per ottenere il risarcimento dei danni subiti a causa di una terapia cortisonica somministratagli, ritenendo di non essere stato reso edotto dei rischi della cura e messo nelle condizioni di prestare il prescritto consenso informato. Il Tribunale ha accolto la domanda, ma la Corte d'Appello, successivamente adita dalla Asl, ha ribaltato la sentenza, escludendo la responsabilità della strut tura sul presupposto della rilevanza della qualità rivestita dal paziente - medico al fine di ritenere raggiunta la prova della sua consapevole adesione al trattamento.

Il diritto
I giudici della Suprema Corte hanno precisato i punti essenziali in tema di consenso informato, chiarendo in particolare che la finalità dell'informazione che il medico è tenuto a dare è quella di assicurare il diritto all'autodeterminazione del malato, il quale sarà libero di accettare o rifiutare la prestazione sanitaria. E', dunque, evidente come la qualità del paziente sia irrilevante al fine di escluderne la doverosità, mentre potrà incidere sulle modalità dell'informazione, con l'adozione di un linguaggio che tenga conto del suo particolare stato soggettivo e che, nel caso di paziente-medico, potrà essere parametrata alle sue conoscenze scientifiche in materia.

Esito del giudizio
L a Corte di cassazione civile ha accolto il ricorso e rinviato alla Corte d'Appello in diversa composizione.
[Avv. Ennio Grassini - www.dirittosanitario.net]


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